A grande richiesta, parlerò ancora di corsi di scrittura. In tutti quelli ai quali ho partecipato, c’è sempre stata una lezione dedicata al famoso “panico per la pagina bianca”. Quella paura che, in alcuni casi, può arrivare quando si ha un’idea e non si sa da che parte cominciare a darle forma. Ma in genere la fobia della quale si parla è quella in cui non si sa proprio cosa scrivere perché non si ha niente da dire. Buio, vuoto, assenza totale di parole.
Il silenzio è sempre una scelta elegante
La prima osservazione che mi viene è: se non hai niente da dire, stai zitto. Se sei vuoto di idee, mettiti a fare altro. Vivi, che magari poi qualcosa arriva. Ma, soprattutto, se non hai neanche una bozza di trama perché vuoi scrivere? A me viene voglia di farlo perché ho un’idea. Non capisco chi voglia sbattersi su una tastiera muta senza avere alcunché in testa.
No panic
Posso comprendere uno scrittore affermato che ha pubblicato bei romanzi e magari dopo anni sente che la vena si è prosciugata. Si siede lì, davanti al monitor e non gli viene in mente niente che sia all’altezza del suo passato. Ma un esordiente non lo capisco. A uno che segue un corso di scrittura e che afferma placidamente di avere il panico della pagina bianca, mi viene da dirgli “e allora vai a un corso di taglio e cucito, di cucina, di tennis da tavolo. Perché vuoi scrivere se non hai niente da scrivere?”
A chi troppo e a chi niente
E invece no, a questi corsi nessuno ti dice che, evidentemente, hai sbagliato scuola, e io sospetto che sia perché smetterebbero di avere molti allievi ai quali succhiare soldi. Invece suggeriscono strategie per farsi venire delle idee, circostanza che mi riesce veramente comica, forse perché io vengo assalita dalla idee. Personalmente, infatti, soffro della malattia opposta: sovrabbondanza di storie ma poco tempo o scarse energie per scriverle in modo compiuto. Starà agli altri giudicare se sono buone ma solo dopo che sarò riuscita a buttarle giù.
Fusioni e divagazioni
Io ho idee per almeno i prossimi otto libri, ne ho talmente tante che sono felice se riesco a fonderle. Per esempio in Tango in campo minato ho fuso assieme almeno 3 spunti che sono nati in tempi diversi e che avrebbero potuto dare origine a storie differenti.
È una cosa che ho imparato con la tesi di laurea: per aumentare la mia bibliografia di riferimento volevo citare autori che pochissimo avevano a che fare uno con l’altro, da Einstein a Piaget. Questo significa che dovevo portare il mio ragionamento in giro per saperi diversi nonostante avessi una tesi prestabilita da dimostrare. Ma sto divagando.
La ricetta
Volere imparare a scrivere senza avere idee da descrivere ha senso se uno vuole apprendere un mestiere come quello dell’editor, non dello scrittore.
Quindi come si supera il panico da pagina bianca? Non ne ho idea ma il mio consiglio è: se la pagina bianca vi fa paura, smettete di starci davanti e fatevi un giretto. Se non sapete cosa scrivere, semplicemente non piccatevi di voler scrivere. La vita è abbastanza dura così, non coltivate una passione per la quale non avete estro. Risparmiate i soldi del prossimo corso di scrittura e fate un viaggio.